La Consulta ha dichiarato incostituzionale la mini – sanatoria edilizia approvata dall’Assemblea Regionale nel luglio del 2021. L’intervento di Trizzino.
Il 21 luglio del 2021 all’Assemblea Regionale Siciliana è stato approvato a scrutinio segreto, con 23 voti a favore e 22 contrari, e quindi per un solo voto, il disegno di legge stralcio in cui è stato inserito, separandolo dal disegno di legge sull’Edilizia, l’articolo 20 sulla mini-sanatoria delle costruzioni abusive ricadenti nelle aree di interesse paesaggistico dove è stato imposto un vincolo di non edificabilità relativa e non assoluta. Il Movimento 5 Stelle, con Giampiero Trizzino, all’epoca componente della Commissione Ambiente e Territorio, sollevò le barricate e annunciò ricorso affinchè la norma approvata fosse impugnata dal governo nazionale. Il ricorso è stato presentato e il Consiglio dei ministri nel settembre successivo ha impugnato la sanatoria nelle aree sottoposte a vincolo relativo. Ebbene, adesso la norma è stata dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale che, di conseguenza, ha falcidiato almeno 100mila istanze di condono in Sicilia depositate proprio a fronte della sanatoria impugnata. E lo stesso Trizzino commenta: “La legge 19 del 2021 non è stata solo un norma sbagliata, ma anche e sicuramente nemica dell’ambiente, che ho contestato in tutte le sedi, sia durante i lavori preparatori che dopo la sua approvazione”. E l’avvocato aggiunge: “Non posso quindi che apprezzare la decisione della Consulta, perché dà ragione a ciò che sostenevo, ma ancora di più perché rende giustizia in un settore delicato qual è quello del governo del territorio”.
E poi Trizzino spiega: “Il pronunciamento della Corte Costituzionale ha effetti immediati ma non sugli eventuali condoni accordati. Chi è riuscito a ottenere il condono nelle more della sentenza della Consulta l’ha fatta franca” – conclude. L’ex assessore regionale a Territorio e Ambiente, Toto Cordaro, promotore dell’iniziativa urbanistica contestata, ha sempre ribadito: “Il provvedimento esitato favorevolmente dal Parlamento siciliano era stato dibattuto, trovandone piena adesione con tutti gli ordini professionali competenti (ingegneri, architetti, agronomi, geologi) e con i rappresentanti degli Atenei siciliani. E prima di approdare in Aula aveva trovato il voto favorevole della Commissione Urbanistica dell’Ars e la condivisione dell’Ufficio legislativo della stessa Assemblea regionale. Chi oggi gioisce è nemico dei siciliani, ai quali finalmente, dopo venti anni, avevamo ridato certezza del diritto. Sanatoria è quando l’approvazione di una norma determina l’automatica regolarizzazione. Nel caso dell’articolo 20 si tratta di vincoli relativi, e quindi il cittadino per poter sanare la sua situazione avrebbe dovuto chiedere e ottenere il parere favorevole degli enti preposti al controllo, siano essi le Soprintendenze, il Corpo forestale, il Genio civile e altri”.
Giuliana Miccichè