Sicilia, oggi l’inaugurazione dell’anno giudiziario

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Cerimonia a Palermo di inaugurazione dell’anno giudiziario in Sicilia. La relazione del presidente della Corte d’Appello, Matteo Frasca: “Intreccio mafia – politica, Pnrr e infiltrazioni”.

Matteo Frasca

Ieri, in presenza del presidente della Repubblica, Mattarella, e del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, è stato inaugurato l’anno giudiziario in sede nazionale. Oggi sabato 25 gennaio è la volta delle sedi periferiche, ovvero regionali.

In Sicilia la cerimonia è presieduta dal presidente della Corte d’Appello di Palermo, Matteo Frasca, che nella sua relazione, in riferimento a mafia, politica e infiltrazioni, tra l’altro ha scritto: “Malgrado i pesanti colpi subiti in questi anni, la mafia resta una realtà criminale attiva che punta al controllo dell’economia legale e ai fondi del Pnrr. La sua forza di penetrazione si regge anche sul mantenimento di collusioni con settori politico-amministrativi”. E poi aggiunge: “La mafia ha agganciato nuovi referenti per le proprie esigenze di controllo del territorio e, soprattutto, ha continuato a conservare le proprie vecchie regole mafiose ricostituendo in modo lesto e spregiudicato gli organi di vertice ogni volta che i precedenti sono stati arrestati e processati”.

Poi Frasca spiega: “Obiettivo principale dell’organizzazione mafiosa sono le più grandi e rilevanti opere pubbliche che vanno a realizzarsi nel territorio del distretto, e si manifesta con ripetuti e gravi episodi estorsivi ai danni delle imprese aggiudicatarie degli appalti pubblici”. Poi sottolinea l’attrattiva criminale dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e scrive ancora: “Allo stato è possibile rilevare che sono in fermento le dinamiche o logiche prettamente mafiose, atteso il momento storico nazionale con riferimento alla gestione pubblica dei fondi del Pnrr che costituisce, e invero costituirà nel prossimo futuro, un motivo di sensibile attrazione delle attenzioni e degli interessi criminali”.

Poi, più nel dettaglio operativo della mafia e del contrasto ad essa, il magistrato scrive: “La forma tipica dell’organizzazione mafiosa va studiata, ai fini del suo effettivo ed efficace contrasto, tenendo conto della sua specifica caratteristica e sostanza, cioè come un sodalizio fortemente strutturato con una perfetta suddivisione di competenze territoriali tra le diverse famiglie, il cui criminale obiettivo continua ad essere quello del controllo totalizzante non soltanto dell’economia illegale (massimamente del traffico di droga e delle estorsioni), ma anche di quella legale attraverso l’opaca opera di imprenditori senza scrupoli, e di certo consapevoli e compiacenti, che vengono così integrati nella compagine associativa senza restarne succubi. Nell’ambito di questa tecnica, la mafia mira anche ad acquisire le attività imprenditoriali mentre mantiene e incrementa il traffico della droga, banco di floridissimi guadagni per l’organizzazione”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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