Verifica antimafia non solo sull’impresa, ma anche su eventuali titolari di immobili e terreni dove si svolgeranno le attività oggetto dell’autorizzazione, con controlli capillari anche sui cosiddetti provvedimenti ampliativi. È una delle importanti novità introdotte dall’Intesa per la legalità siglata dall’assessorato regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità con le nove prefetture dell’Isola. Un documento innovativo a livello nazionale che in Sicilia accende i riflettori per la prima volta su tutta la filiera delle imprese, per assicurare “lo scrupoloso rispetto delle prescrizioni della normativa di contrasto alla criminalità organizzata, soprattutto di tipo mafioso”.
L’iniziativa del governo Musumeci si inserisce in un quadro di azioni messe in campo per contrastare e prevenire infiltrazioni criminali. In particolare l’intesa siglata dall’assessore Alberto Pierobon è rivolta ai settori dei rifiuti, dell’energia e comunque afferenti alle attività dell’assessorato.
Pierobon al suo insediamento ha istituito un comitato per la legalità, con funzioni consultive e di supporto, composto da personalità indipendenti che ricoprono, o hanno ricoperto, incarichi nelle magistrature, nelle forze di polizia, nelle Università e, in generale, presso istituzioni pubbliche o private, occupandosi di tematiche afferenti la legalità, la trasparenza e l’efficienza.
Sono stati inoltre istituiti l’agenda pubblica consultabile on line sul sito della Regione e il Registro pubblico dei soggetti che svolgono, anche professionalmente, attività di rappresentanza di interessi particolari.
L’Intesa per la legalità ha l’obiettivo di potenziare il protocollo Dalla Chiesa recepito nel 2011, espandendo i controlli a tutta una serie di altri provvedimenti oltre alle autorizzazioni, al fine di “prevenire e contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore dei contratti pubblici di lavori, nei procedimenti concessori o autorizzatori, nella gestione dei servizi di pubblica utilità e nelle forniture”, fino alle “ipotesi di incentivazione economica attraverso risorse pubbliche, specialmente nelle attività considerate maggiormente a rischio”.
Saranno rafforzati “il flusso informativo dei dati relativi alle imprese, le verifiche per via telematica, gli obblighi relativi ai subappalti, i controlli verso chi accede ai cantieri e il rispetto delle norme sul lavoro e la tracciabilità dei flussi finanziari”.
L’Intesa prevede inoltre che il regime dell’informazione antimafia, di cui all’articolo 91 del Codice antimafia, sia esteso “a tutti soggetti appartenenti alla filiera delle imprese, nonché ai proprietari o ai titolari di altro diritto reale o di godimento sui beni immobili sui quali insisteranno le opere e le attività oggetto di autorizzazione, abilitazione o concessione. Sono assoggettati al predetto regime anche i cosiddetti “provvedimenti ampliativi” e tutte le fattispecie contrattuali, di appalto e di sub-contratti, indipendentemente dal loro importo, oggetto, durata nonché da qualsiasi condizione e modalità di esecuzione”.
Al contempo l’assessore Pierobon ha diramato un apposito atto di indirizzo al dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti e al dipartimento regionale dell’Energia, per garantire la massima diffusione dell’intesa sottoscritta, nonché la sua immediata attuazione.