Sicilia, rifiuti radioattivi in bilico

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La Regione Sicilia conferma e motiva il no ai depositi di rifiuti radioattivi nell’isola. L’assessore Cordaro firma le relazioni tecniche. Attesa la decisione del governo nazionale.

La Sicilia conferma il no ai depositi dei rifiuti radioattivi nell’isola. A Palazzo Orleans si è svolta un’apposita conferenza. E l’assessore regionale a Territorio e Ambiente, Toto Cordaro, ha firmato gli atti conclusivi del gruppo di esperti, del quale sono stati parte tutti gli Enti competenti, che dimostrano la non compatibilità dei quattro siti siciliani ritenuti dal governo nazionale potenzialmente idonei a ospitare il deposito dei rifiuti radioattivi. Alla riunione hanno partecipato, tra gli altri, i sindaci interessati, ovvero il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, il sindaco di Petralia Sottana, Leonardo Iuri Neglia, quello di Castellana Sicula, Francesco Calderaro, il sindaco di Butera, Filippo Balbo, e il commissario straordinario del Comune di Calatafimi-Segesta, Francesco Fragale. Le quattro relazioni elaborate dal gruppo di esperti, e firmate da Cordaro, sono state inviate alla Sogin, la società che per conto della Presidenza del Consiglio dei ministri si è occupata di tracciare la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad accogliere i rifiuti radioattivi. Sabato prossimo, 3 luglio, scadranno i termini della consultazione pubblica che valuterà tecnicamente le contro-deduzioni alla idoneità dei siti opposte dalle Regioni, e quindi anche dalla Sicilia, dove il governo nazionale ha intenzione di allocare 4 dei 67 siti di stoccaggio inseriti nella Carta nazionale, ossia nei territori di Trapani, Calatafimi-Segesta, Petralia Sottana-Castellana Sicula, e Butera. E l’assessore Toto Cordaro commenta: “Il gruppo di studio istituito dal presidente Musumeci e da me presieduto ha concluso i suoi lavori: possiamo dunque affermare che i quattro siti individuati in Sicilia sono assolutamente inadeguati al deposito dei rifiuti radioattivi. La relazione ha messo in luce l’inadeguatezza delle infrastrutture per questo tipo di trasporti, l’elevata sismicità, il forte rischio geo-morfologico, e la poca distanza dai centri abitati. E poi, il pericolo di inquinamento delle falde acquifere e il rischio per tutte quelle produzioni agricole che costituiscono il ‘sistema Sicilia’. Queste sono alcune delle ragioni emerse dalla relazione, grazie anche al contributo delle Università siciliane, alla collaborazione dei sindaci, dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, e della Commissione specialistica dell’assessorato”. conclude. Attenzione: il governo nazionale potrebbe anche confermare le proprie scelte ignorando le contrarie motivazioni tecniche delle Regioni. E a ciò l’assessore Cordaro replica così: “Chiusa la fase tecnico-scientifica, e inviate le relazioni alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, inizia la seconda fase, quella della scelta politica: non permetteremo mai che la Sicilia diventi sede di discariche nucleari. Il governo Musumeci farà le barricate, e adesso abbiamo motivi più che solidi che ci rendono fiduciosi per il raggiungimento dell’obiettivo”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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