Sicilia, un giacimento di 17 miliardi di metri cubi d’acqua

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Sotto i Monti Iblei scoperto un giacimento di 17 miliardi di metri cubi d’acqua. Schifani e Cocina incontreranno i ricercatori promotori dello sfruttamento.

Sotto i Monti Iblei, un altopiano tra le province di Ragusa, Siracusa e Catania, vi è un tesoro di 17 miliardi di metri cubi d’acqua. E tra le attuali soluzioni proposte per contrastare la crisi idrica in Sicilia vi è anche l’attingere da tale enorme giacimento di acque sotterranee quasi sicuramente potabili, scoperto nel 2023 dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, situato tra 800 e 2100 metri di profondità, precisamente nel territorio tra Vizzini e Licodia. La presenza di acqua dolce nel sottosuolo dei Monti Iblei, fino a una profondità di 2100 metri, è stata attribuita a un processo di infiltrazione delle acque piovane, facilitata dall’esistenza di sistemi di faglie profonde che hanno permesso il passaggio dei fluidi.

In un’intervista a SkyTG24, il ricercatore Lorenzo Lipparini, autore del primo report sul giacimento siciliano, ha spiegato: “E’ stato uno studio molto importante che ora può essere fondamentale per affrontare un problema che sta mettendo in grave difficoltà la Sicilia. La stima di 17 miliardi di metri cubi di acqua è considerata conservativa e richiederà ulteriori approfondimenti. Se confermata, il giacimento di acqua fossile sotterraneo potrebbe rappresentare una risorsa cruciale per l’isola, specialmente durante l’attuale crisi idrica. Inoltre, questa potrebbe non essere l’unica falda. Potrebbe esistere un’altra importante riserva anche sotto il livello del mare, al largo della Sicilia”. E poi, ancora più nel dettaglio, il ricercatore prosegue: “Per scavare un pozzo per poter arrivare a quest’acqua ci potrebbe volere al massimo un mese. Poi andrebbero fatti gli esami per capire lo stato dell’acqua presente nella falda. Infine, i lavori per collegarla direttamente alla rete idrica. Tecnicamente si potrebbe fare tutto molto rapidamente dal punto di vista pratico, ma non conosco quali potrebbero essere i tempi della burocrazia. Sono però stato già contattato dalla Protezione civile regionale Sicilia per un incontro. Vogliono verificare la fattibilità del progetto nel più breve tempo possibile”.

Il presidente della Regione, Renato Schifani, conferma: “Su mio input, il capo della nostra Protezione civile, Salvo Cocina, ha già chiamato il professor Lipparini per un primo contatto e per cominciare a inquadrare i risultati della ricerca portata a termine dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, e dalle Università di Roma 3 e di Malta. Il mio governo sta lavorando per individuare ogni possibile nuova fonte di approvvigionamento idrico che consenta di attenuare l’emergenza in atto nell’immediato. Nel medio e lungo periodo, l’enorme giacimento potrebbe costituire un risorsa straordinaria, se le analisi ne attesteranno l’utilizzabilità”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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