Sicilia zona gialla, 5 giorni per cambiare i criteri ed evitarla

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I criteri per stabilire i colori delle regioni saranno rivisti in settimana se il governo vuole evitare che dalla prossima 5 regioni ad altissima vocazione turistica rischino di finirci. A meno che il trend imboccato non s’inverta all’improvviso, già tra oggi e domani. Tra le candidate c’è la Sicilia, a un mese esatto dal passaggio in bianco. Le altre, in ordine di rischio, sono: Sardegna, Veneto, Lazio e Campania. Ma varianti e precauzioni saltate stanno provocando ovunque un’impennata di contagi.

Dopo il sindaco di Santa Croce Camerina, oggi anche quello di Scicli ha espresso i le sue preoccupazioni sull’andamento epidemico. A livello nazionale, dai 300 nuovi casi al giorno di fine giugno adesso abbiamo superato i 3mila. Stavolta però non sta seguendo un’ondata parallela di ricoveri, né ordinari né in terapia intensiva. Nel monitoraggio di venerdì scorso l’Isola era a 18 positivi dalla fatidica soglia dei 50 settimanali per 100mila: se nella cabina di regia di venerdì prossimo la oltrepassasse, con le regole attuali scatterebbe il giallo d’ufficio anche se i reparti Covid reggono ancora bene.
La retrocessione al coprifuoco e agli orari ridotti è una penalità immotivata, ragionano Musumeci e gli altri governatori: guardiamo alle ospedalizzazioni! Qui le soglie limite di area medica e rianimazioni sono fissate, al momento, al 40 e 30% dei posti letto disponibili. Sull’Isola non ci sono dati percentuali aggiornati: i vari report, della Regione come del Gimbe, riportano solo che entrambe sono “sotto”. Non si sa bene quanto ma sarebbero rispettivamente attorno al 10 e 5%, dunque abbondantemente al riparo dalle chiusure.

L’Iss avverte del pericolo che ad agosto salgano pure questi e che, anche con nuovi parametri, l’appuntamento con la zona gialla sia un destino solo rinviato. In cambio della revisione al rialzo del primo, e di un occhio di riguardo sul secondo dei suddetti indici, Palazzo Chigi vuole comunque introdurre il green pass come salvacondotto sanitario per quasi ogni attività e spostamento, incluso su autobus e metro. A parte i ristoratori, la maggioranza degli italiani è concorde sull’opportunità del certificato verde, così come sulla sospensione dei no vax dal luogo di lavoro qualunque esso sia.

Come a dire: chi è causa del suo mal, pianga se stesso. Purtroppo i renitenti finiscono col penalizzare tutti, anche gli immunizzati. La campagna di vaccinazione di massa ha consentito di abbattere le conseguenze gravi dell’infezione, solo che ora è praticamente ferma dal punto di vista delle prime dosi. L’estate, come avevamo anticipato il primo giugno, porta al mare e non all’hub. Questo  rischia di creare, nell’immediato, una nuova mini pandemia tra chi ha ancora una sola iniezione o peggio manco quella.

 

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