“Sistema Montante”, disamina sul 416

Condividi

La Cassazione ha motivato l’annullamento con rinvio ai giudici del Riesame del 416 a carico di Antonello Montante e dei co-imputati. I dettagli.

Lo scorso 22 novembre 2018 la Cassazione ha annullato, con rinvio al Riesame, l’imputazione di associazione a delinquere contestata ad Antonello Montante. I giudici della Suprema Corte non hanno riconosciuto nel presunto “Sistema Montante”, tra informazioni riservate, interessi e scambio di favori, il vincolo associativo tra gli indagati oggi imputati. E non riconoscendo il vincolo associativo, la Cassazione ha annullato l’ipotesi del reato di associazione a delinquere, articolo 416 codice penale, contestata all’ex presidente di ConfIndustria Sicilia. Dunque i magistrati che abitano il cosiddetto “Palazzaccio” a Roma hanno espresso dubbi e perplessità sulla configurabilità del reato associativo, e hanno rinviato gli atti al Tribunale del Riesame, affinchè i giudici del Riesame riesaminino la contestabilità dell’associazione a delinquere, e non solo a carico di Antonello Montante, attualmente sotto processo abbreviato, ma anche del colonnello Giuseppe D’Agata e dell’ex capo della security di ConfIndustria Diego Di Simone Perricone, entrambi detenuti ai domiciliari. Ebbene, adesso la Cassazione ha motivato il perché dell’annullamento con rinvio al Riesame del 416 sul “Sistema Montante”, e, rivolgendosi ai colleghi giudici del Riesame destinatari del rinvio e che riesamineranno la contestazione di reato, scrive: “L’esistenza di un ‘sistema Montante’ non è suscettibile di essere declinata unicamente in termini di associazione per delinquere. Vi è dunque necessità che il giudice del rinvio fornisca risposta adeguata ai salti logici, ovvero agli indistinti automatismi che si sono evidenziati, stabilendo quindi se il ‘sistema Montante’ si sia strutturato sotto forma di associazione ex articolo 416 codice penale e, in caso di risposta affermativa, quale sia stata la sua effettiva estensione”. E poi, tra le 29 pagine delle motivazioni, la Cassazione riconosce l’esistenza del “sistema” e descrive Montante quale – testualmente – “ideatore e realizzatore di quello che si è visto essere stato definito un vero e proprio ‘sistema’, a significare cioè l’assoluta centralità dell’azione di Montante, in grado di creare dal nulla un’allarmante e pervasiva rete illecita, giunta a penetrare non solo nei vertici delle forze dell’ordine in ambito locale, ma anche a livelli apicali di organismi istituzionali operanti a livello centrale. Il che vale a connotare ulteriormente in senso marcatamente deteriore la personalità del Montante, contribuendo a rafforzare il concreto pericolo di reiterazione di condotte dello stesso tenore, anche alla luce della consuetudine di Montante di finanziare le campagne elettorali di esponenti politici di diversi schieramenti per potere avere sempre un punto di riferimento in soggetti chiamati a rivestire incarichi di governo, così ponendo le premesse per il dispiegarsi della propria azione corruttiva”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

Notizie correlate

Leave a Comment