La società B.C. srl (in precedenza denominata C.I. &c snc) aveva ottenuto un contributo di circa un milione e mezzo di euro nell’ambito di un patto territoriale per la realizzazione di un programma di investimenti destinato all’ammodernamento di un villaggio turistico. A distanza di anni, dopo che i lavori erano stati nel frattempo realizzati e collaudati, il Ministero dello Sviluppo Economico sospese la procedura di rilascio del saldo del contributo e successivamente revocò il contributo ordinando la restituzione di quanto già erogato in ragione di un’informativa prefettizia interdittiva antimafia emessa a carico della società nove anni dopo l’erogazione del contributo. Tale informativa aveva ravvisato un pericolo di infiltrazione mafiosa sul rilievo del rapporto parentale tra l’amministratore della società ed il figlio, pluripregiudicato e arrestato per fatti di mafia. La società ha proposto un ricorso giurisdizionale, con il patrocinio dell’Avvocato Girolamo Rubino,impugnando sia la revoca del contributo concesso sia il provvedimento con cui era stata richiesta la restituzione di tutte le somme già da tempo erogate, pari ad euro 1.208.892. L’avvocato Rubino in particolare ha censurato i provvedimenti impugnati sotto il profilo della violazione e falsa applicazione della normativa antimafia, laddove prevede in tema di rilascio delle informazioni antimafia che nell’ipotesi di revoca intervenuta successivamente all’avvio dell’attività da parte del privato viene fatto salvo il pagamento delle opere già eseguite ed il rimborso delle spese sostenute. Si è costituita in giudizio l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Palermo nell’interesse delle Amministrazioni resistenti per chiedere il rigetto del ricorso. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la regione Siciliana in sede giurisdizionale, ritenendo che un’informativa prefettizia sopravvenuta non avrebbe potuto estendere i propri effetti nei confronti di rapporti già esauriti, ha dichiarato illegittimo il provvedimento ministeriale nella parte in cui ha disposto il recupero delle somme già erogate, non facendo salvo il pagamento delle opere già eseguite al momento della revoca del finanziamento, in misura pari ad euro 1.208.829, accogliendo limitatamente il ricorso patrocinato dall’Avvocato Girolamo Rubino. Pertanto, per effetto della sentenza resa dal CGA,la società non dovrà restituire al Ministero l’importo richiesto, pari ad oltre un milione e duecentomila euro , mentre il Ministero dovrà provvedere alla refusione del contributo unificato.
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