La sparatoria al Villaggio Mosè: il Tribunale del Riesame ha depositato le motivazioni per le quali ha ritenuto che Zambuto abbia commesso l’omicidio di Di Falco per legittima difesa.
Lo scorso 15 marzo il Tribunale del Riesame di Palermo ha confermato la misura della custodia cautelare in carcere a carico dei tre indagati di Palma di Montechiaro coinvolti lo scorso 23 febbraio nella sparatoria innanzi alla concessionaria “Auto per passione” di Lillo Zambuto al Villaggio Mosè ad Agrigento. Però il Riesame, presieduto dal giudice Antonia Pappalardo, ha annullato l’ordinanza del collega di Agrigento, Giuseppe Miceli, per la contestazione del reato di omicidio per errore ai tre palmesi arrestati, ovvero Angelo Di Falco, 39 anni, fratello della vittima Roberto, 38 anni, poi Domenico Avanzato, 36 anni, e Calogero Zarbo, 40 anni, ai quali pertanto attualmente si contestano solo il tentato omicidio di Zambuto e il porto abusivo d’arma da fuoco.
Entro 45 giorni sarebbero state depositate le motivazioni per le quali è stato deciso così. E adesso il giudice Pappalardo ha depositato il perché, e ha spiegato che la ricostruzione storica dei fatti del giudice Miceli è corretta ma non si è trattato di ‘omicidio per errore’ ma di un omicidio per legittima difesa. Il concessionario di auto, vittima del pestaggio, quando ha visto spuntare la pistola e l’ha spostata deviando il colpo sull’addome di Roberto Di Falco, si è solo difeso da un tentativo di omicidio ai suoi danni. La sua condotta, quindi, deve essere scriminata mentre ai tre indagati va contestato il tentato omicidio ai suoi danni e non l’omicidio per errore di un componente del loro commando, ossia Roberto Di Falco. Zambuto è difeso dall’avvocato Salvatore Cusumano. I tre palmesi sono assistiti dagli avvocati Giovanni Castronovo, Santo Lucia e Antonio Ragusa.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)