Incontro Stani Gallo nel suo mondo, la radio.
In questo luogo si respira l’aria di chi chiude il mondo fuori e a quel mondo parla, mostrando solo il fascino di una voce e lanciando la sfida agli ascoltatori di fare ritorno sulle stesse frequenze, lo stesso giorno, alla stessa ora. Il suo è un mondo fatto di passione e di bravura, la stessa che gli ha permesso di vincere un premio prestigioso. Accetta di essere intervistato, mi racconta com’è andata la premiazione ed anche un po’ della sua vita.
E come spesso accade, più si è bravi più si è aperti al dialogo, al confronto e alla voglia di raggiungere nuovi traguardi.
SS: Stani Gallo, cosentino, vincitore del premio “Anello D’oro” come miglior voce radiofonica locale
SG: Il “Festival Internazionale del Doppiaggio Voci Nell’ombra” è la massima espressione del doppiaggio e non solo in Italia. Quest’anno nel ventennale, è stato anche presentato al Festival del Cinema di Venezia. Ed essendo proprio la massima espressione del settore, raccoglie il “gotha” delle voci. Oltre alle miglior voci maschili e femminili protagoniste e non protagoniste, ci sono anche voci per aiudiolibri, videogiochi, fiction, film tv e poi la radio locale per la quale ho vinto questo premio. La premiazione è avvenuta a Savona, al teatro “Chiabrera” e sono stato premiato dal doppiatore Tony Sansone, eccellenza calabrese nel campo della produzione audio.
SS: A proposito di radio locali, raccontiamo cosa fa Stani Gallo per le radio locali, ma soprattutto da dove nasce questa passione, perché diciamolo che sei un veterano della radio e hai una grande esperienza in questo campo
SG: Ho iniziato negli anni 80, avevo 14/15 anni, una voce cruda, ancora da ragazzino. Mi sono appassionato a questo mezzo che all’epoca aveva tutto un fascino diverso e ho continuato per tanti anni a seguire, anche durante negli anni universitari, quando studiavo a Roma. Sono stato la voce di “Radio In”, “Top Italia Radio” che allora era un circuito nazionale; All’epoca si lavorava con le cassette che venivano distribuite in contemporanea in tutta Italia. Poi ho continuato in uno studio di registrazione con la realizzazione di spot e jingles, pubblicità e poi dopo una pausa ho ripreso una decina di anni fa con le radio locali, con Radio Sound e poi Love Radio, e ora con Mondo Radio Web e AKR Radio.
SS: E proprio su Akr e Mondo Radio Web c’è una trasmissione che va in onda il …
SG: Ho incominciato lo scorso anno con una trasmissione in diretta che si chiamava “Il Gallo del mattino” alle 7 e 40 e quest’anno invece me la sono presa comoda, e dunque faccio 3 ore di trasmissione fino a mezzogiorno il sabato mattina che si chiama “Sabato bestiale”, che va in diretta.
SS: Noi nati negli anni ’70 apparteniamo a quella generazione che aveva le passioni nel dna, che sapeva appassionarsi a più di qualcosa, che aveva sogni e progetti. Sembra che i giovani d’oggi queste passioni non sappiano coltivarle. Mi viene da domandarti come si fa ad avere una passione e poi riuscire a conservarla per un periodo così lungo. In fondo il successo anche di questo premio che hai vinto, è il frutto di una grande passione che è stata coltivata
SG: Credo che passione e passionalità siano concetti coltivabili nell’ambito di una sensibilità artistica. A me piace l’arte a tutto tondo, l’arte pittorica nello specifico. Mi piace moltissimo la musica e la radio diventa una delle passioni che forse sono legate a un’esigenza di comunicare qualcosa per poi ricevere un feedback dalla comunicazione con gli altri, anche attraverso questo potentissimo mezzo sociale che è la radio. Oggi le passioni se ci sono, sono diverse. Vivere di passioni per me è un gran privilegio, oltre che una gran fortuna.
SS: Il fascino che si nasconde dietro una voce, il fascino dunque della radio come mezzo sociale di comunicazione straordinario, malgrado l’avvento di internet, dei social network, di youtube, che permettono un collegamento immediato con la musica e con i contenuti
SG: Assolutamente sì. Penso che questa apertura anche della radio ad altri mezzi – si pensi alla radiovisione – faccia perdere un po’ di questo fascino. Non sono d’accordo infatti con questo tipo di radiofonia. E’ vero che la comunicazione ormai avviene su piattaforme diverse, e quindi il fascino e il mistero della voce che senti e del viso che non vedi forse è destinato un po’ a scemare – proprio perché è il tempo in cui tutto è fruibile con un click – ma non deve perdersi del tutto, pertanto aborro gli esperimenti di radiovisione o queste commistioni tra radio e tv.
SS: Stani Gallo, dopo la vittoria di questo prestigioso premio, hai un sogno nel cassetto? Ti piacerebbe prestare questa bellissima voce al doppiaggio, per un attore famoso, per esempio?
SG: A dirla tutta, durante la manifestazione sono stato avvicinato da una grande direttrice del doppiaggo che mi ha detto: “mi serve assolutamente la tua voce”. Io già immaginavo di poter doppiare magari De Niro, ed invece la mia voce serviva per doppiare ‘ndranghetisti calabresi.
(ridiamo)
Il doppiaggio mi ha sempre affascinato ma mi sono visto sempre lontano da quel mondo. Credo che la conduzione radiofonica prescinda da alcune logiche e tecniche particolari, indispensabili invece nel doppiaggio. Sicuramente un sogno nel cassetto è quello di condurre una trasmissione in una radio di alto livello, non per forza Network, per esempio in una superstation, radio interregionali, che hanno coperture molto vaste.
SS: Chi fa la radio, sceglie la musica. A me interessa tantissimo sapere che gusti musicali ha Stani Gallo e che musica metterebbe in questo momento, sul finire di questa intervista
SG: Sono uno di quelli che paga più di un abbonamento per avere a portata di mano tutta la musica che piace; Infatti ho sempre con me le mie personalissime playlist. Però i pezzi che più mi piacciono particolarmente sono quelli che non ascolti spesso, che non trovi in giro, perché faccio un po’ il “music hunter” e cerco pezzi strani che non si sa neanche da dove arrivino. Parlando con te mi viene in mente che Sade è una delle cantanti che mi piacciono di più. Sono stato e sono tutt’ora un grande appassionato della musica di Dalla e mi è dispiaciuto non essere stato al suo ultimo concerto. Sono amante della musica di Pino Daniele e poi mi piace il jazz, genere musicale molto vasto e ricco di sfumature; genere tra l’altro anche molto complesso. Mi piace da sempre l’idea che molti artisti italiani dall’influenza del jazz abbiano tirato fuori prodotti degni di nota. Mi viene da pensare a Rossana Casale e al suo “Incoerente jazz”, un album di pregio, sul finire degli anni 80, che resta un esperimento di rilievo, con melodie raffinate e ricercate, con quell’intensità malinconia,classica nel jazz. Insomma, un bell’esempio di sonorità jazz nella musica leggera.
Ci salutiamo stringendoci la mano e lasciandoci con la promessa di rivederci presto, magari davanti un microfono, mentre condividiamo un programma radiofonico e quelle passioni che ci hanno condotti fino a qui.
https://www.youtube.com/watch?v=Yn6W9BiDbJc
Simona Stammelluti
Foto della premiazione di Giulia Catania