Emergono altri dettagli agghiaccianti nell’ambito dell’inchiesta sulla strage di Altavilla Milicia e la morte di Antonella Salamone e dei figli Emanuel e Kevin.
Dalle autopsie, eseguite nell’Istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo, è emerso, a conferma delle ipotesi, che i fratelli Emanuel, di 5 anni, e Kevin, di 16, sono stati seviziati e torturati. Sui corpi vi sono tracce evidenti di bruciature e maltrattamenti di ogni genere. Per risalire all’esatta causa della morte sono necessarie analisi più approfondite. Si ipotizza lo strangolamento o il soffocamento. Per i resti della madre occorre attendere l’esame del dna e alcuni esami specialistici sulle ossa trovate seppellite e bruciate. Il termine per presentare la relazione definitiva è di 90 giorni. La scena del crimine: Emanuel in camera ai piedi del letto, supino e con un telo sul corpo. Kevin dietro al divano del soggiorno, legato mani e piedi con una catena. Il Procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, è scioccato: “In tanti anni di carriera non ho mai visto nulla di più orribile”.
Agli atti dell’inchiesta vi sono dei messaggi che Kevin ha inviato tramite WhatsApp a un amico nei giorni precedenti alla morte. E ha scritto: “Ieri mio fratello e mia madre erano posseduti e dicevano cose spaventosissime: un bambino di 5 anni che ti dice che il demone che ha dentro è venuto in questa famiglia per distruggerci ed ucciderci uno ad uno. Come te lo spieghi?”.
Il 3 febbraio è iniziato il rito purificatore, e Kevin scrive all’amico: “Non lo so se esco, ho ospiti a casa, scusami ma ultimamente ho moltissimi problemi in famiglia e non parlo in carne ma in spirito… ti spiegherò poi, devo stare più vicino possibile ai miei, hanno bisogno di me. E’ una guerra spirituale, poi ti spiegherò meglio, sempre se non sarò preso per pazzo”. Poi dopo scrive ancora: “… te la faccio in breve, nella mia famiglia ultimamente sono successe cose strane, e c’entra il mondo spirituale. E ora sono venuti due fratelli di Dio e stanno liberando a mia madre e mio fratello che hanno dei demoni… la mia famiglia si sta distruggendo per colpa della mia indifferenza, io scappo sempre da casa mia per stare con voi e svagarmi perché io in questa cosa non sento pace”. Anche Kevin è stato emotivamente coinvolto, tanto che lui avrebbe creduto che il padre e la coppia di amici avessero ragione sui demoni. E ha scritto: “Io sono spaventato, non sai che bordello c’è stato ieri notte a casa mia, il fratello di Dio sta parlando con il demone che controlla mia madre”.
Il 5 febbraio Kevin scrive all’amico: “… andiamo avanti stai tranquillo, non posso venire a scuola, è la volontà di Dio”. I messaggi si interrompono l’8 febbraio, quando sarebbe stato ucciso anche lui. E nel frattempo emergono altri dettagli dalla telefonata del padre, Giovanni Barreca, ai Carabinieri 37 minuti dopo la mezzanotte dell’11 febbraio scorso, a strage compiuta: “Buonasera, mi devo consegnare. Anche se vi dico perché non ci credete. Quando uno vuole fare la volontà di Dio, gli spiriti si ribellano. Mia moglie era posseduta. In pratica è morta mia moglie. I demoni mi stanno mangiando pure a me. C’ho mio figlio, ho due morti e una l’ho lasciata lì”. Urla e piange. Poi aggiunge: “La volontà di Dio è fare le cose giuste. Gli spiriti mi hanno bloccato pure la macchina perché non vogliono che vado avanti a fare la volontà di Dio. Mio figlio più piccolo è morto”. Il carabiniere al telefono domanda: “Dove è in questo momento lei?”. Lui risponde: “A Casteldaccia. Sono in campagna, forse unica speranza che c’ho mia figlia, perché ho dovuto scappare, perché io credo in Dio, perché i demoni mi stavano mangiando pure a me… io gli voglio dire che il mondo spirituale non è come quello carnale, capito. Io voglio fare la volontà di Dio, la volontà di Dio è fare le cose giuste, vivere e amare il prossimo come se stesso”.
La coppia di Sferracavallo, Sabrina Fina e Massimo Carandente, è stata interrogata. La donna si è difesa così: “Sono stata ospite da Barreca per circa una settimana insieme a mio marito per risolvere grossi problemi del nucleo familiare e placare gli animi molto accesi. Kevin era particolarmente aggressivo e si era reso necessario legarlo mani e piedi, dopo che mi ha morso la caviglia e ha tirato anche un quadro a mio marito. Quando siamo andati via Kevin era ancora legato”. Nessun riferimento al rito di cui sarebbero stati gli stregoni.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)