Strazio, dolore e commozione per i funerali del piccolo Salvatore Falsone, di tre anni, si sono svolti questo pomeriggio a Palma di Montechiaro.
Inevitabile e comprensibile il dolore dei genitori i quali non riescono a darsi pace per una morte che oggi è al vaglio della magistratura a seguito di una denuncia presentata e secondo la quale vengono evidenziate precise responsabilità sulle cause del decesso del piccolo.
I fatti, brevemente, sono andati così: sabato scorso i genitori di Salvatore corrono verso il poliambulatorio di Palma di Montechiaro dove il medico di turno decide di chiamare il 118 per trasportare il bambino al San Giacomo d’Altopasso di Licata.
Giunto al pronto soccorso viene chiesta una consulenza nel reparto di pediatria all’interno della quale Salvatore viene controllato prima e dimesso successivamente. In meno di 24 ore accade l’irreparabile. Durante la notte le condizioni (già precarie) di Salvatore peggiorano ulteriormente e alle prime luci del giorno papà Giuseppe e mamma Fatima tornano al nosocomio licatese. Non si è ancora capito bene se Salvatore sia giunto già cadavere o la sua morte sia avvenuta qualche minuto dopo.
Da li la denuncia ai Carabinieri e l’apertura di una inchiesta da parte della Procura di Agrigento che ha già fatto eseguire nella giornata di ieri l’autopsia sul corpo del piccolo sfortunato.
Oggi, in una chiesa stracolma, si sono svolti i funerali. Lacrime, tantissime lacrime da parte di tutti i presenti. Una piccola bara bianca non può non uccidere nel profondo dell’anima.
Durante l’omelia il prete ha parlato di “superficialità”. Vuol dire poco, può dire tanto. La magistratura è già a lavoro.
Una cosa è certa: non siamo preposti a individuare questo o quell’altro responsabile (ammesso che ci sia); le cause possono essere tantissime e non necessariamente debbano avere un solo colpevole.
Lo stesso sistema sanitario regionale potrebbe anche avere un ruolo determinante al fine di evitare simili tragedie?