Domenica 12 dicembre, alle ore 18:00, presso il Teatro della Posta Vecchia, a cura di Beniamino Biondi, per la presentazione del film “La macchinazione” (Regia di David Grieco, 2016). L’evento costituisce un omaggio a Pier Paolo Pasolini, anticipando le celebrazioni che si terranno dal 5 marzo 2022 per i 100 anni dalla nascita del più grande intellettuale italiano del Novecento.
Estate 1975. Pier Paolo Pasolini sta montando quello che sarà il suo ultimo film “Salò o le 120 giornate di Sodoma”. Sta anche lavorando alla stesura del romanzo “Petrolio” con cui porta alla luce gli oscuri intrecci tra potere politico e potere economico in Italia. Da alcuni mesi ha avviato una relazione con Pino Pelosi, un giovane borgataro romano che ha rapporti con la criminalità cittadina. Una notte degli amici di Pelosi rubano il negativo del film e chiedono inizialmente una cifra molto consistente per restituirlo. Si tratta però di un tentativo per attirare lo scrittore in una trappola mortale.
David Grieco riapre la discussioni e, soprattutto, le riflessioni sulla morte di Pier Paolo Pasolini. Era necessaria una buona dose di coraggio e di determinazione per affrontare nuovamente un tema che le inchieste a carattere documentaristico e il cinema di finzione hanno già ampiamente trattato. Grieco ha una tesi e la espone in modo consequenziale: Pasolini dava fastidio a quelli che all’epoca ancora non venivano definiti come ‘poteri forti’ ma che di fatto lo erano. Pelosi, che non era il soggetto di un rapporto occasionale ma che invece frequentava da tempo lo scrittore, è stato solo uno dei responsabili della sua uccisione e non ‘il’ responsabile. Questa rimessa in discussione del ‘caso’ non avrebbe però avuto la forza che invece gli va riconosciuta se davanti alla macchina da presa non ci fosse stato un Massimo Ranieri al massimo grado dell’immedesimazione, sia fisica che caratteriale, con il personaggio. Ranieri è capace di far scomparire l’attore nello scrittore e nell’uomo Pasolini tanto da far ricordare, sul piano della prestazione, il Gian Maria Volonté de “Il caso Moro”. Oltre a porre l’interrogativo scomodo (per questo scandaloso) «Chi ha ucciso Pasolini?», Grieco fornisce una chiave di lettura interessante per cominciare a rispondere ad un’altra e ben più scandalosa domanda: «Chi è sopravvissuto a Pasolini?».
Al film sarà dedicata un’introduzione critica con dibattito finale.