“Titano”, la replica del vicesindaco Aurelio Trupia

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In riferimento a quanto diffuso in questi giorni dal coordinamento “Titano”, si fa presente che questa  amministrazione, che si è insediata alla fine del mese di ottobre scorso, di fatto è arrivata alla fine di un percorso già predisposto da altri. Ma questo non significa che ci si debba adeguare in maniera supina a quello che è stato fatto. Per cui, fatte le opportune ricerche e tratte le dovute considerazioni, questa
amministrazione, sempre favorevole alla gestione pubblica dell’acqua, non concorda sulla scelta del soggetto giuridico che deve poi gestire il servizio idrico.

Questa amministrazione ritiene per sa la salvaguardia dei cittadini e dei Comuni che la scelta più idonea non sia quella dell’azienda consortile ma quella della Società per Azioni. E questo perché, tralasciando tutti gli aspetti organizzativi dell’una e dell’altra forma, che in ogni caso fanno propendere per la Spa, visto che la normativa che disciplina le aziende consortili speciali è ferma a circa 40 anni fa, la cosa che più preoccupa è la copertura delle eventuali perdite. In questo caso i soci dell’Azienda Speciale Consortile (i Comuni) sono obbligati all’accantonamento  per la copertura della perdita in un apposito fondo vincolato.

Com’è facile intuire, questo mette in grave difficoltà le amministrazioni. E ciò senza considerare che se uno di questi Comuni va in dissesto a chi spetta coprire la perdita? Al contrario, nella forma societaria di Spa, le perdite non vanno a ricadere direttamente nei bilanci dei Comuni. Questa è una delle tante osservazioni che viene fatta da questa amministrazione che, ripeto, non è contraria a che l’acqua venga gestita dal soggetto pubblico, semplicemente dissente dalla forma giuridica che deve assumere questo soggetto pubblico.

In ogni caso ci adegueremo alle scelte della maggioranza che scaturisce all’interno dell’Assemblea Territoriale Idrica AG 9.

Siamo comunque disponibili ad incontrare chiunque voglia confrontarsi su questa tematica.

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