Sembra davvero sparito nel nulla.
Da 7 mesi non si sa più nulla di Hamdi Besbes, meccanico tunisino di 26 anni, imbarcatosi alla con destinazione Sicilia la scorsa estate sul peschereccio “Hadj Mhamed”. E’ il 21 luglio scorso e Hamdi chiama la famiglia al cellulare: “Tutto bene, abbiamo preso il largo. Ritornerò presto”.
Quella sarebbe stata l’ultima volta che i suoi genitori lo avrebbero sentito, perché da allora del loro figlio si sono perse le tracce.
Nessuna notizia più, neanche quando cinque giorni più tardi la Guardia di Finanza intercetterà lo stesso peschereccio a Lampedusa, fermando su disposizione della Procura di Agrigento ben ventitré membri dell’equipaggio con l’accusa di aver trasportato illegalmente cinque tunisini dietro il pagamento di quattro mila dinari a testa.
Ci sono anche le telecamere in presa diretta di Local Team che mostrano, passo dopo passo, le operazioni di sbarco dei membri dell’equipaggio fino al loro trasferimento a bordo di due pullman.
Ma lo sconforto del genitori e dei fratelli del ragazzo è il caos circa le versioni che sono state fornite loro dai membri dell’ equipaggio del motopeschereccio (il fermo fu convalidato ma per metà di loro non fu applicata misura cautelare) e delle altre informazioni via via raccolte che più che dipanare gli interrogativi sulla scomparsa del giovane tunisino ne hanno generato ulteriori.
A far luce sulla vicenda, la Procura di Agrigento, a seguito della denuncia presentata dal padre di Hamid, mentre le indagini proseguono a ritmo serrato e in grande riserbo.
Intanto la famiglia ha deciso di fare un appello e tramite il loro legale Antonino Catania, parlando a tutti coloro i quali siano in grado di fornire segnalazioni o indizi utili per il ritrovamento di Hamdi e comunque per ricostruire le circostanze della sua scomparsa.
“Il nostro Hamdi è una persona solare, altruista e dal cuore grande; crede nei valori della famiglia e dell’amicizia; ha studiato e ama il suo lavoro, ha una grande passione per la natura e il mare; non aveva alcun motivo per allontanarsi e mai aveva manifestato segnali in questo senso. Abbiamo piena fiducia nella giustizia italiana. Sappiamo che i magistrati stanno lavorando per trovare nostro figlio, la pupilla dei nostri occhi, scomparso a Lampedusa il 25 luglio; da quel giorno non abbiamo più pace, non riusciamo a chiudere gli occhi dal pianto; la nostra vita, senza di lui, è stravolta. Se qualcuno lo riconosce o ha visto qualcosa, per favore, lo segnali al più presto alle forze dell’ordine e alle autorità.”
Firmato Daoudi Awatef e Mohsen Besbes