La Procura Generale di Palermo ha proposto la conferma di quattro severe condanne inflitte dal Tribunale di Agrigento a quattro licatesi per torture e sevizie a disabili. I dettagli.
Lo scorso 10 dicembre, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, a conclusione del giudizio abbreviato, riconoscendo anche il reato di tortura, ed è stata la prima volta in Sicilia, ha condannato a 9 anni di carcere Antonio Casaccio, 28 anni, poi 8 anni di reclusione sono stati inflitti a Jason Lauria, 27 anni, e 7 anni ciascuno a Gianluca Sortino, 25 anni, e Angelo Marco Sortino, 38 anni, tutti di Licata. Ebbene, adesso, in Corte d’Appello, il sostituto procuratore generale di Palermo, Carlo Lenzi, al termine della requisitoria, ha proposto ai giudici giudicanti la conferma delle quattro condanne inflitte in primo grado. A Licata, il 26 gennaio del 2021, i Carabinieri della locale Compagnia hanno eseguito degli arresti a carico di alcuni indagati di avere sequestrato, picchiato e umiliato, nella propria abitazione o in strada, delle persone disabili. In un’occasione, in strada, avrebbero legato con del nastro adesivo e picchiato con un bastone un disabile. E poi, lasciandolo legato, sarebbero andati via, e sarebbe stata una donna di passaggio a liberare il malcapitato. Poi avrebbero legato ad una sedia un altro disabile con un secchio in testa, e lo avrebbero altrettanto picchiato. In un’altra occasione ancora ad un disabile sarebbe stata gettata della vernice sul
volto, e una sostanza che gli avrebbe provocato poi la caduta dei capelli. Il tutto è stato filmato con i telefoni cellulari, e diffuso in rete, sui social network, con titoli di derisione. Stanchi delle vessazioni e dei pestaggi, sono state le stesse vittime a denunciare quanto accaduto, ed anche il padre di uno dei disabili ha raccontato agli investigatori quanto subito dal figlio. Il difensore di Antonio Casaccio, l’avvocato Giovanni Castronovo, nel corso della propria arringa, tra l’altro ha chiesto la riqualificazione del reato dal più grave di tortura al meno grave di lesioni, sostenendo inoltre l’insussistenza del reato di sequestro di persona. Il prossimo 30 gennaio sono in calendario le arringhe degli altri difensori, gli avvocati Santo Lucia e Giuseppe Vinciguerra, e poi la sentenza. Nel frattempo, nelle more di tale procedimento giudiziario, l’inchiesta dei Carabinieri è proseguita alla ricerca di altri presunti complici. Infatti, sono stati già identificati due minorenni ritenuti compartecipi delle sevizie. Si tratta di due 16enni presunti protagonisti il 24 marzo del 2021 di una violenta aggressione contro l’ex assessore del Comune di Licata, Paolo Licata, 63 anni, “colpevole” (tra virgolette) di averli rimproverati perché sorpresi a danneggiare vandalicamente la villa comunale “Regina Elena” a Licata. I due ragazzini avrebbero reagito colpendo l’ex assessore con un bastone, provocandogli ferite con prognosi di 30 giorni. Ed ancora più nel dettaglio, ai due giovanissimi si contesta di essere entrati nottetempo nell’abitazione a Licata di un disabile approfittando che fosse a letto a dormire. Lo hanno immobilizzato e, comprimendogli la testa con il piede e il collo sino quasi a soffocarlo, gli hanno tagliato i capelli con un rasoio elettrico cercando anche di bruciarglieli con un accendino, e scottandogli la pelle con una sigaretta. I due, inoltre, in un altro episodio sarebbero irrotti in casa di un uomo invalido e lo hanno schiaffeggiato, umiliato, gli hanno tirato la barba e gli hanno sputato addosso.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)