di Filippo Cardinale
Nei report, provincia per provincia, inviati dalla Protezione Civile della Regione siciliana, emerge un dato che merita la massima attenzione da parte delle autorità preposte. Un dato che, siamo certi, il Prefetto Dario Caputo ha ben presente con le consequenziali attenzioni e deduzioni.
Nel dato ufficiale, delle ore 12 di ieri, la provincia di Agrigento registra 17 casi accertati. Il dato riguarda l’intera provincia di oltre 400 mila abitanti. Ma se restringiamo il campo visivo, i casi certi tra Sciacca e Ribera sono 15 (a cui bisogna aggiungere il 4° caso di positività di stamattina a Ribera). Facendo riferimento al dato di 15 tra Sciacca e Ribera, appare evidente che in termini percentuali 15 su 17 rappresenta la percentuale dell’88,23% della nostra provincia. La conseguenza del ragionamento statistico, basato sui dati reali, induce le autorità civili, quali i rispettivi sindaci di Sciacca e Ribera, nonché il Prefetto di Agrigento, a rivolgere la massima attenzione al concentramento dei casi ufficiali in due zone che contano scarsamente 60.000 abitanti. Sciacca e Ribera rappresentano il 15% della popolazione agrigentina, ma, purtroppo, registrano l’88,23% dei soggetti positivi al coronavirus.
Ciò deve indurre ad alcune riflessioni, ma soprattutto le autorità civili a rivolgere il massimo dell’attenzione sull’asse Sciacca-Ribera. Un campo ristretto con dati ufficiali alti. Molto probabilmente, è urgente una maggiore attenzione, maggiori tamponi, maggiore presenza delle forze dell’ordine, anche con supporto di un contingente inviato da fuori.
La nostra è una riflessione basata su dati certi e relative statistiche. Non è allarmismo, ma la richiesta di alzare la guardia e l’attenzione sul ragionamento esposto. I dati, così concentrati in due Comuni vicini, e che hanno avuto un’esplosione da casi all’interno dell’ospedale di Sciacca, merita attenzione da parte di tutti.
Inoltre, non può sfuggire che il dato di Sciacca-Ribera appare elevatissimo anche rapportato in proporzione alla popolazione con l’intera provincia di Palermo (26) e l’intera provincia di Catania (49).
Ovviamente in “tutti” ci siamo anche e soprattutto noi cittadini che abbiamo il dovere di osservare scrupolosamente le prescrizioni imposte dal Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Più che scrupolosamente. Essere severi con noi stessi è la premessa affinché si possa urlare che #andràtuttobene.
Filippo Cardinale