La tragedia di Casteldaccia con nove morti il 3 novembre del 2018: il Tribunale ha condannato tre imputati di omicidio colposo, tra cui il sindaco. I dettagli.
Sabato 3 novembre del 2018, nel Palermitano, nei pressi dell’autostrada Palermo – Catania, al confine tra i Comuni di Altavilla Milicia e Casteldaccia, in contrada Dagali di Cavallaro, una villa è stata investita, travolta e sommersa dall’acqua del fiume Milicia, che è straripato. Le persone all’interno, due famiglie riunite per trascorrere insieme la serata del sabato, sono morte annegate. Un uomo e una bambina, usciti fuori per comperare dei dolci, si sono fatalmente salvati. Un altro uomo, Giuseppe Giordano, anche lui fuori dalla casa, ha lanciato l’allarme con il telefonino cellulare aggrappandosi letteralmente ad un albero. E poi Giordano, commerciante di moto, titolare del contratto d’affitto della villetta, ha raccontato: “Mi sono accorto che l’acqua stava entrando a casa. A tutti ho detto: andiamo subito via. Ma, appena ho aperto la porta, sono stato investito da un fiume d’acqua che mi ha catapultato fuori. Mi sono aggrappato a un albero. Così sono sopravvissuto”. Le vittime – di Palermo, Santa Flavia e Bagheria – sono state nove: Rachele Giordano, di 1 anno di età, Francesco Rugho, 3 anni, Federico Giordano, 15 anni, la madre Stefania Catanzaro, 32 anni, e moglie di uno dei tre sopravvissuti, Giuseppe Giordano, il nonno Antonino Giordano, 65 anni, e la moglie Matilde Comito, 57 anni, il figlio Marco Giordano, di 32 anni, e la sorella Monia Giordano, 40 anni. Poi Nunzia Flamia, 65 anni. Antonino Pace e Concetta Scurria, i proprietari della villetta abusiva, sono stati processati e condannati a 3 mesi di arresto, pena sospesa, ed a 23mila e 500 euro di ammenda, per abusivismo edilizio nel 2010. La sentenza, che è stata resa definitiva l’11 febbraio del 2012, ha ordinato anche la demolizione del manufatto irregolare che non è stato mai abbattuto. Il 12 giugno del 2019 il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo ha rinviato a giudizio il sindaco di Casteldaccia, Giovanni Di Giacinto, la responsabile locale della Protezione civile, l’architetto Maria De Nembo, e Antonino Pace, il proprietario della villetta. L’imputazione è di omicidio colposo per tutti e tre. Ebbene adesso i tre sono stati condannati a 3 anni di reclusione ciascuno e a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. I danni saranno liquidati in separata sede. Il Tribunale ha disposto una provvisionale di 100.000 euro a favore di Luca Rugho e altrettanto per Giuseppe Giordano, dei quali sono morti diversi parenti. Il tribunale ha deciso provvisionali da 30 a 50 mila euro per le altre parti civili.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)