Lui si chiama Ciro Zerella, classe 1993, studente in enologia e cantautore avellinese.
Zerella è il nome del suo gruppo o meglio ancora, del suo progetto.
Un progetto che nasce un po’ di anni fa, e che è maturato fino ad oggi anzi, fino a domani, quando sarà possibile ascoltare su Spotify il suo ultimo singolo, “Tutta Bianca”, il cui video sarà disponibile sulla piattaforma youtube, da fine settembre.
Cresciuto tra dischi e musicassette, inizia a scrivere canzoni al liceo. Il suo primo album “Sotto casa tua” esce nell’aprile del 2018 per l’etichetta Seahorse e da quel lavoro verranno estratti tre singoli: Nico, Terra Boa e Santiago Bernabeu.
Sempre nel 2018 Zerella è tra i finalisti del Sony Atv Camp e di Ossigeno Metropolitano, concorsi per autori di canzoni under 35. A Novembre viene lanciata e completata con successo, la campagna MusicRaiser per realizzare “Tutta Bianca”.
La prima volta che mi sono imbattuta nella musica di Ciro Zerella, diversi mesi fa, la prima cosa che è saltata alla mia attenzione, è stata che il ragazzo avesse della stoffa, che era alla ricerca della sua destinazione artistica, ma che aveva sicuramente imboccato la strada giusta. La cosa interessante è che mi è sembrato un originale, non mi ha ricordato nessuno, né nel presente, né tanto meno del passato, ed io ho l’età – oltre che la conoscenza cantautorale – per pescare eventualmente una somiglianza. Questa sua originalità mi ha portato a restare in attesa che altro accadesse, e così è stato.
Zerella, che come modelli ha cantautori come Dario Brunori e Niccolò Fabi, ha fatto – a mio avviso – un ottimo lavoro, con questo nuovo singolo. E’ un pezzo che ha un ritornello che si piazza in testa e non esce più; orecchiabile come i pezzi che si ricordano per una vita intera e amabile come un vino novello, che ti da piacere già dal primo sorso. Sarebbe potuto diventare tranquillamente il tormentone dell’estate se fosse uscito a giugno, e ha una struttura armonica che lo rende perfetto per le radio. Buono l’arrangiamento, ottima dizione, convincente e accattivante quel modo di cantare aperto, rotondo, pieno di sorrisi.
Interessante il testo.
Chissà se il cantautore pensava a una persona in particolare quando l’ha scritto. Sembra una lettera indirizzata a qualcuno che gli sta a cuore. Certo, si crede sempre che ci sia qualcosa di autobiografico in un lavoro realizzato da chi per mestiere scrive canzoni. Senza dubbio in questo pezzo traspare la condizione di chi ha lasciato la propria terra, ha incominciato altrove e ha provato ad essere felice, che ad essere felici “altrove”, non è mai cosa semplice, fin quando non ci si adagia in una quotidianità fatta di piccole cose che alla fine sanno essere appaganti. Quel “tutta bianca” è riferito ad una lavatrice, protagonista di un amore consumato in un tempo che scandisce una quotidianità che si ripete, che sembra apparentemente sempre uguale, ma che se ci fai caso, trasforma piano, piccoli desideri in realtà.
Ho avuto la possibilità di vedere in anteprima anche il video – disponibile da fine mese su youtube – e sembra uscito dall’anno di nascita di Zerella, da quel non tanto lontano 1993.
Il video – la cui regia è di Roberto Gaita, il montaggio di Sergio Della Sala e con la partecipazione di Annalisa Fortunato – è anacronistico tanto quando basta per fare un salto nel passato in cui tutto è com’era, tranne quella lavatrice “tutta bianca”. Azioni ripetute, ma mai uguali.
Invitandovi ad pre-salvare il video su Spotify
per ascoltarlo da domani 20 settembre 2019,
e pre-ordinarlo se vi va su Apple Music o su Google Play
vi lascio con una piccola curiosità che potrete scoprire da voi, tra qualche giorno quando uscirà il video.
Ho trovato sagace l’incipit del video, che parte con una citazione di Sigmund Freud, tratta da “Al di là del principio di piacere“, libro che conosco molto bene; quella citazione mi ha fatto sorridere, e mi ha fatto capire che di Ciro Zerella sentiremo parlare ancora a lungo e che sarà in grado di dare un bello slancio alla musica italiana.
Simona Stammelluti