Non si può nemmeno parlare di piatto freddo servito a distanza di tempo in quanto l’on. Giusi Savarino, da quando è stata eletta nella passata legislatura, si è solo spesa a 360 gradi solo ed esclusivamente per il Nello oggi ministro della Protezione Civile.
Non lo merita tutto ciò. Giusi Savarino in cinque anni non si è mai scostata un solo istante da Nello Musumeci; nel bene e soprattutto nel male lei ‘cè stata sempre. C’è stata soprattutto quando si son vissuti momenti drammatici, bui e assolutamente pericolosi per la figura del presidente
Musumeci. Lei, come un gladiatore, sempre in prima linea.
A cosa è servito tutto ciò? A nulla!
E’ risaputo che i pupilli di Musumeci sono sempre stati Giusi Savarino e Ruggerino Razza, già assessore alla Sanità, proprio nella Giunta Sebastianello. Il vero punto è, visto che oramai si gioca a carte scoperte, in quale parte del cuore erano state poste le anime della Savarino e di Razza. Anche li, nel luogo più nobile del mondo, purtoppo si scopre che esistono zone franche, zone forti e zone deboli.
Ruggero (e si è scoperto oggi) è certo che sta nella zona forte del cuore di Nello. Non riusciamo a collocare, semmai, la posizione di Giusi Savarino, data certa per guidare l’assessorato al Territorio e Ambiente, e che invece si è ritrovata con un pugno di mosche in mano.
Brutta storia questa, bruttissima.
Del resto se Musumeci avesse avuto la possibilità di scegliere li avrebbe messo tutti e due; ma trovandosi ad un bivio, il pizzetto catanese non più forte dei poteri da presidente della Regione, ha dovuto buttare dalla torre la Savarino, senza se e senza ma.
E se a lui si chiede il conto per questa vicenda dice che lui non c’entra nulla e non vuole essere strumentalizzato. Minchiate, Nello, minchiate.
Giova ricordare che il ministro Musumeci è talmente tanto innamorato del suo pupillo Ruggero, che in un momento difficilissimo per la sanità siciliana (quando si nascondevano o comunque si storpiavano i numeri da morti di Covid), dapprima fece dimettere Razza.
Troppo il polverone che si sollevò contro la sanità siciliana; ne parlarono in tutta la Nazione, urbi et orbi. Successivamente, dopo un breve periodo, il presidente-babbo di Razza lo integrò prima ancora che la giustizia potesse decidere se quei numeri venivano storpiti con dolo oppure no. Questo lo si comincerà a scoprire il prossimo 19 gennaio allorquando Razza dovrà difendersi da quelle accuse.
Basta questo elemento per comprendere bene come lo smacco a Giusi Savarino glielo abbia perpetrato, vedi caso, la moglie proprio di Ruggero Razza, la quale, per quel diritto di transitività non sempre valido e onesto, non può non essere entrata nei quartieri nobili del cuore di Nelluccio.
La nostra provincia ha bisogno di gentre come la Savarino in quanto si è davvero spesa tantissimo per il nostro territorio. Purtroppo lei è rimasta fuori.
Vediamo la dottoressa Pagano quanto amore sviscererà per la provincia agrigentina.
Saremo vigili.
Ad maiora!
Parole sante
Che la politica facesse acqua da tutte le parti, è cosa nota; ma che si potesse arrivare a bruciare la Savarino, che non conosco, è ripugnante.