“In una democrazia parlamentare tutto si può legittimamente discutere ma la posizione di Conte è palesemente strumentale, tutta rivolta a tenere insieme un partito diviso e a compattare l’elettorato 5Stelle con le sue pulsioni populiste. Conte non può pretendere di scaricare sul governo e sull’Italia i propri pasticci e le confusioni interne”. Lo ha detto l’ex ministro e parlamentare Dc, Calogero Mannino, commentando in una intervista all’Adnkronos di oggi 8 maggio, l’insistita richiesta del presidente M5s Giuseppe Conte a Mario Draghi, affinché apra un chiarimento parlamentare sull’invio delle armi all’Ucraina, paventando un allargamento del conflitto.
Riportiamo le dichiarazioni dell’ex parlamentare riferite al bivio in cui si trova l’attuale leader dei pentastellati ed ex Presidente del Consiglio dei Ministri. “Conte – osserva Mannino – ha un doppio problema: esterno, come leader della forza di maggioranza relativa che appoggia il governo; e interno ai 5Stelle, nel quale si inserisce l’esigenza di garantirsi un rapporto politico non conflittuale con Di Maio, che dei 5Stelle è un esponente di rilievo. Il ministro degli Esteri finora ha mantenuto una linea assolutamente convergente a quella di Draghi, filo occidentale e fermamente atlantista”.
Mannino cita il don Carlo di Giuseppe Verdi quale conseguenza di una accettazione della resa da parte di Zelensky. “Da un punto di vista più generale – prosegue Mannino – è evidente che l’obiettivo della Russia è la riconquista dell’Ucraina, il riassorbimento in funzione di una ricostituita grandezza dell’impero russo. Ma solo se Zelensky e l’Ucraina reggono militarmente l’invasione della Russia, si può arrivare alla pace. Mi si consenta una divagazione lirica: parafrasando il don Carlo di Giuseppe Verdi, se l’Ucraina cede, “ci sarà la pace dei sepolcri”. L’Italia, come altri Paesi occidentali insieme agli Usa, fornisce le armi per consentire al popolo ucraino di difendersi dall’aggressione russa. Zelensky – prosegue l’ex parlamentare Dc nella sua analisi – poteva fuggire all’estero, invece è rimasto in patria, per guidare la resistenza del suo popolo. Questo non bisogna mai dimenticarlo. Quindi se l’Ucraina resiste si può arrivare a una pace tra pari, una pace nella quale presumibilmente Kiev pagherà un prezzo al compromesso, ma potrà garantirsi la libertà e l’indipendenza conquistate con il sacrificio della guerra. Le armi sono lo strumento necessario per la sopravvivenza dell’Ucraina. E’ una scelta molto difficile ma inevitabile. Questo discorso Draghi lo ha fatto con grande chiarezza. La posizione dei 5Stelle è strumentale, ha uno scopo tattico di breve respiro ed è il frutto delle divisioni interne”.
Per quanto riguarda l’incontro negli U.S.A. tra Draghi e Biden, Mannino afferma che “Draghi è forte di una mozione parlamentare approvata a larghissima maggioranza, votata anche dal M5s. Ed è all’interno della linea decisa dal Parlamento che Draghi ha agito. Ora il presidente del Consiglio è atteso a Washington per l’incontro con Biden al quale ribadirà che la posizione dell’Italia è allineata alle decisioni dell’Europa e della Nato. Coerentemente, senza se senza ma. Quando sarà rientrato da Washington, come ha già preannunciato, potrà andare in Parlamento a riferire. In quella occasione, se deciderà di sfiduciare il presidente del Consiglio, il M5s avrà lo strumento per farlo nella sede opportuna. Con chiarezza e coerenza, assumendosi il carico della responsabilità di questa decisione”, conclude Mannino.