Prendo spunto per scrivere questo Filo di Nota dopo aver letto un pensiero scritto sulla sua pagina di facebook dall’intramontabile Giovanni Catalano, al quale va riconosciuto il merito di essere capace con le sue frasi e i suoi sermoni di sdrammatizzare fatti e circostanze anche quando questi sono fortemente drammatici.
Il sermone odierno, ad un certo punto, recita testualmente: “Molti gassusari rimasti indietro nel tempo troveranno sempre il modo di denigrare la nostra immagine”.
Ed ecco, appunto, come questo straordinario personaggio agrigentino è capace di far sorridere su un fatto che ultimamente sta facendo discutere in questa bella e amatissima città tra alcuni e sparuti “legionari di imbecillità” (così li chiama Umberto Eco), meglio conosciuti come detrattori o odiatori sociali, e gli agrigentini veri, sani, onesti che amano i propri confini proponendo azioni ed iniziative atte a cercare di migliorare situazioni che oggettivamente si presentano “pesanti” soprattutto in vista di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025″.
Per i pochi legionari la giornata di ieri è stata davvero terrificante, da dimenticare subito attraverso spazi miserevoli sui social o peggio ancora con articoli scritti su giornali di “prima fascia” da colleghi che farebbero molto, molto meglio a donare le proprie braccia ad un comparto che in questo momento langue ed è in grave difficoltà: l’agricoltura.
Ieri, tutta la stampa nazionale ha evidenziato in modo brillante un evento storico e straordinario che nasce e si configura in relazione al prossimo 2025. Siamo certi che se non ci fosse stata questa occasione dell’anno venturo, nessuno ieri si sarebbe interessato della “verticalità” del Telamone.
Ieri alcuni si sono svegliati eminenti archeologi, architetti e cultori delle “pietre agrigentine“; le hanno sparate grosse sia sui social che in “prima fascia”, sciorinando puntualizzazioni e precisazioni sull’anastilosi e sullo sperpero di denaro (te pareva, accesso agli atti…) su pietre di dubbia provenienza. Addirittura qualcuno, per disquisire sull’argomento, ha fatto incetta della propria “esperienza universitaria”.
Altri straordinari “raccontatori di fatti” hanno scritto di agrigentini turbati da un ritrovato amore e di un rinnovato orgoglio per la propria terra. Ahimè, però! Avrà sicuramente dimenticato (e noi lo perdoniamo…) il fatto che a non essere orgogliosi della propria terra e soprattutto di non amarla alla fine è…l’estensore stesso di un articolo, tipico bombarolo notturno sui social che abbassa le armi quando, in prima fascia, cerca duramente di fingere di essere serio.
Agrigento con tutti i suoi problemi è fortemente amata dagli agrigentini; non solo, la stessa città con tutte le sue problematiche, è motivo di orgoglio e vanità per gli agrigentini perbene, onesti, non detrattori, non odiatori e così via dicendo. La legione appartiene fortunatamente a pochi sputatori di odio, grazie ad una tastiera, i quali provano più o meno una sorta di orgasmo contemplato nella scienza medica senza usare i propri genitali.
Ieri, ancora una volta, ha stravinto Agrigento. E come abbiamo sottolineato la volta scorsa, di queste vittorie, fino al prossimo anno ce ne saranno a bizzeffe grazie a quell’appuntamento che tutti aspettiamo con grande orgoglio; di contro a soffrire maledettamente ci saranno loro, coloro i quali invocano le manette quotidianamente e che del veleno ne ha fatto il proprio cibo preferito. Per dovere di cronaca giova ricordare a qualche nanetto che nel recente passato ci sono stati (e ogni tanto emergono come funghi) suoi simili che hanno invocato le manette per tutti ma che però alla fine nelle patrie galere ci sono finiti loro.
Prepariamoci ad assistere ad altre vittorie come la giornata mediatica di ieri perchè è così che si possa raggiungere l’importante appuntamento che ci aspetta. Avvelenare, sputare, infierire, inveire, invocare le manette ed augurare il peggio è roba soltanto di quella legione che, numeri alla mano, sparirà e si dissolverà nel nulla.
Intanto, senza i genitali, lasciamoli godere…