Il periglioso percorso del servizio idrico, prosegue decisamente irto di problematiche, alcune, solo al momento superate, a proposito della copertura finanziaria a sostegno del salario dei lavoratori, ai quali va la solidarietà delle scriventi e degli utenti. Sulla gestione di governo della vicenda affiora in tutta evidenza la scarsa competenza degli uffici dell’assessorato regionale agli enti locali nonché dell’assemblea regionale, che hanno prodotto un periglioso disegno di legge incappato sul controllo di legittimità da parte del MEF, circa la validità giuridica dello stesso.
E’ proprio sul versante degli utenti che si conferma confuso e claudicante il percorso della società nei confronti dei diritti contrattuali degli utenti del servizio. Rimane infatti in assenza di riscontro la nota del 30.09.2021 inoltrata agli organi di governo di AICA e per conoscenza a Codesta Prefettura.
Il cittadino\utente per AICA, sembra non spaventare come il lavoratore dipendente, in materia di qualità e modi di rivendicazione di legittimi diritti. Ma come per i lavoratori, il cui status è garantito ed assicurato dal vigente CCNL , ciò vale anche per gli utenti i cui diritti sono garantiti da norme, contratti e regolamenti che valgono e vincolano parimenti anche la società AICA, oltrechè le scriventi associazioni riconosciute dal MISE e da ARERA.
Gli impegni assunti da AICA nell’unico confronto assembleare, non circoscritto solamente, come si doveva, alle associazioni riconosciute da ARERA, sono alla data della presente praticamente disattesi. Fa testo infatti, tra le tante criticità, la bollettazione agli utenti, recante il doppio addebito del deposito cauzionale.
A conferma del controverso percorso “ a vista” sul quale si è decisamente incamminata AICA, fa testo proprio la dichiarazione, riportata dalle cronache, di un autorevole componente dell’assemblea dei sindaci, il sindaco Carmelo D’Angelo di Ravanusa , in perfetta linea con le posizioni espresse dalle scriventi associazioni: AICA è tenuta a rivolgere alla curatela fallimentare di Girgenti Acque la richiesta di storno di ben 5 milioni di euro versati dagli utenti a titolo cauzionale sui contratti di fornitura a suo tempo attivati.
Va inoltre adempiuto da parte della nuova azienda esercente il suo pronunciamento nei confronti degli atti adottati dal precedente gestore ossia la carta dei servizi e il regolamento di utenza. Devono cioè adottare questi atti che sono fondamentali per regolare i rapporti con l’utenza. Questo può essere compiuto o con l’espressa accettazione degli atti prodotti dal precedente gestore oppure riformulandoli ex novo. Nell’uno o nell’altro caso ciò deve avvenire “formalmente” ossia attraverso atti resi vigenti dall’ATI.
La regolazione del deposito, ad esempio, è uno degli istituti previsti nel regolamento del servizio e, ovviamente, non si può decidere su di esso se non DOPO avere adottato il regolamento stesso.