Aurelio Trupia, Vicesindaco di Agrigento con delega alle partecipate interviene, dopo la costituzione della Aica società consortile interamente pubblica che gestirà il servizio idrico integrato della nostra provincia con la sottoscrizione di 33 comuni su 43 alla nascita del nuovo soggetto pubblico.
Si supera finalmente la gestione commissariale con tutti i risvolti critici degli ultimi anni che hanno condizionato l’ottimizzazione del servizio nei confronti dei cittadini.
“E’ una scommessa difficile che mette da subito le amministrazioni comunali nel dover dimostrare che gestire l’acqua pubblica è una vittoria dei cittadini e di una visione politica diversa dopo 13 anni di gestione, prima prettamente privatistica, e poi straordinaria, adesso però si deve correre per ridare un servizio essenziale come l’erogazione dell’acqua a costi uniformi, calmierati in tutto il nostro territorio e senza inseguire il lucro.
Fermo restando però che il sistema complessivo va rimodulato, aggiungo che l’Aica nasce in maniera monca, due comuni non hanno ancora sottoscritto il passaggio alla nuova consortile; (Lampedusa e Camastra) e altri 8 comuni insistono sulla gestione diretta secondo i dettami dell’art.147 della legge 152/2006 , cosa a mio avviso non di facile soluzione.
Per questo si deve andare avanti con uno spirito diverso dall’inizio, chiudendo l’annosa storiella dei comuni ricchi perché hanno l’acqua nelle loro viscere e comuni senza autonomia idrica.
Voglio ricordare che comunque si dovrà fare una serie ricognizione dei beni dell’ex gestore Girgenti Acque e avere un rapporto proficuo con la curatela fallimentare, procedure che non possono chiudersi in tempi rapidissimi.
Si deve quindi gestire il servizio idrico seguendo logiche indirizzate agli investimenti infrastrutturali attraverso un percorso virtuoso che parte dal rifacimento delle reti idriche ,di depuratori funzionanti e moderni, della manutenzione degli invasi e di trovare una soluzione finale con la società di “sovrambito” Siciliacque che vende l’acqua all’ingrosso a circa 70 centesimi a metro cubo, cosa che non avviene facendo un report nelle altre regioni italiane e che sono esiziali sui costi finali in bolletta.
La cosa che mi lascia ancora perplesso sono le difficoltà economico-finanziarie che vivono i comuni, alcuni in dissesto, altri in riequilibrio e altri in sofferenza che, comunque si dovranno fare carico di ricoprire eventuali perdite dei costi di gestione del servizio attingendo dalle proprie risorse interne con seri rischi di squilibri o disallineamenti finanziari.
Per questo invito tutti i soci di lavorare all’interno dell’Aica con spirito di collaborazione e perseguendo criteri di buona amministrazione e di gestione oculata ed efficace nel dimostrare che il pubblico può raggiungere obiettivi concreti per un servizio essenziale quale l’acqua ,oggi finalmente pubblica.
Un buon lavoro infine ai nuovo componenti del Cda e ai Sindaci nominati a capo dell’Aica in uno spirito di condivisione.”