“Il rapporto annuale sull’economia siciliana, redatto dalla Banca d’Italia, presenta ancora una volta un quadro socio economico di estrema gravità che le misure di distanziamento sociale e la chiusura parziale delle attività negli ultimi mesi hanno contribuito a peggiorare ulteriormente. Come si evince dallo stesso rapporto la crisi pandemica, tra l’altro, ha colpito la Sicilia in una fase di sostanziale stagnazione”, Così il presidente di Confesercenti Sicilia Vittorio Messina commenta il report economico sulla Sicilia presentato oggi pomeriggio dalla Banca d’Italia.
“Si tratta di dati – sottolinea Messina – che confermano come la Sicilia, così come l’intero mezzogiorno, non può più aspettare l’adozione di interventi organici inseriti in una programmazione strategica che si occupi concretamente di ridurre i differenziali dello sviluppo nel Paese. In questo senso occorre una svolta per determinare una ripartenza che prenda il via dal mezzogiorno, visto non più come una serie di ritardi da colmare ma come opportunità per il rilancio economico dell’italia. In questo senso è opportuno rendere subito operativo il Piano per il Sud recentemente presentato dal Governo, non solo rispettando il 34% di risorse destinate al Sud ma facendo sì che questa quota sia non solo rispettata ma utilizzata rapidamente”.
“Le indicazioni che provengono dalle conclusioni degli Stati Generali convocati dal Presidente Conte – aggiunge Vittorio Messina – si concentrano su tre punti principali: infrastrutture, ambiente e digitalizzazioni. Sono tre ambiti che possono essere strategici per una reale riunificazione del Paese nella misura in cui si riduca il gap infrastrutturale che penalizza il Sud, nella misura in cui le politiche ambientali puntino a valorizzare le risorse naturali di cui il Sud è dotato e nella misura in cui la digitalizzazione si funzionale ad avvicinare le aree più periferiche ed emarginate”.
“Pertanto – conclude il presidente di Confesercenti Sicilia – il minore impatto dell’emergenza sanitaria subito dalle regioni meridionali rende più coerente l’idea che la ripartenza venga guidata dal Sud anche per portare a valore le potenzialità che in campo turistico vanno riconosciute al mezzogiorno d’Italia”.