L’avvocato Angela Porcello, arrestata martedì scorso 2 febbraio nell’ambito dell’inchiesta antimafia cosiddetta “Xydi”, è stata interrogata per oltre un’ora dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale Stefano Zammuto. L’avvocatessa, indagata di associazione a delinquere di stampo mafioso, ha respinto le accuse, affermando: “Nego qualsiasi rapporto con il mandamento mafioso di Canicattì. Non ho mai custodito la cassa del mandamento mafioso. Ho solo gestito, come avvocato, i proventi delle mediazioni agricole dei miei assistiti. Gli incontri nel mio studio sono connessi ai miei incarichi professionali. Il mio ex compagno Giancarlo Buggea incontrava in studio anche altre persone per ragioni legate alla sua azienda. Non c’entro nulla con la mafia, al massimo posso avere fatto qualche battuta infelice, tipo quella riferita al pentito favarese Quaranta: ‘Perché non lo avete tolto di mezzo’. Con l’ispettore di Polizia, Filippo Pitruzzella, in servizio al Commissariato di Canicattì, ho avuto solo un rapporto personale. In una circostanza mi ha messo in guardia da un collega che si era rivolto a me per ragioni professionali. Lo riteneva pericoloso” – ha concluso. Tale collega sarebbe l’altro poliziotto arrestato, l’assistente capo Giuseppe D’Andrea, il quale, interrogato anche lui, si è difeso spiegando di avere solo consultato il terminale dell’ufficio e di essersi rivolto all’avvocato per ragioni professionali.
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