Zingarello, crolla costone sulla spiaggia; famiglia di 5 persone viva per miracolo. Altre zone dell’agrigentino in forte pericolo crolli. Di chi le responsabilità per una prossima annunciata tragedia?

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Ed anche oggi le associazioni ambientaliste l’hanno fatta franca. Un vero e proprio miracolo ha evitato una tragedia familiare che però non segna la fine di altri eventuali crolli di costoni, ormai usurati dal mare e che nessuno prende provvedimenti al fine di evitare una tragedia annunciata.

Una famiglia di 5 persone, Zingarello, piazza l’ombrellone e si gode il magnifico sole. Ad un certo punto il nucleo familiare decide di andare in acqua. Ed ecco il miracolo: appena mettono piede nel bagnasciuga un forte boato accompagna il crollo di un intero costone da tempo non in ottime condizioni, così come altri costoni di buona parte della provincia agrigentina.

Dicevamo vivi per miracolo. E per oggi è andata così. Solo tanta paura, l’intervento dei Vigili del Fuoco e la Capitaneria di Porto Empedocle che ha disposto diverse ordinanze di interdizione.

Cosa dobbiamo aspettare, adesso, non lo sappiamo. Di fatto a correre elevatissimi rischi è un’altra zona; si tratta quella di contrada Caos, nei pressi della galleria che porta a Porto Empedocle. Con la strada chiusa da anni, quel posto, si vede ad occhio nudo, è davvero in bilico. A sovrastare la zona prossima alla frana case, strade.

In quel tratto di strada passano tantissime auto al giorno. Ed in più, come detto, insorgono sopra il costone innumerevoli villette.

L’unica soluzione che potrebbe evitare probabili stragi è quella della realizzazione di alcuni bracci di fronte la zona pericolante pronti a fare da barriere ed evitare il crollo. Non solo, la realizzazione di questi bracci consentirebbe anche la rinascita di spiagge naturali che potrebbero solo abbellire le nostre coste.

Le associazioni ambientaliste non ci stanno. Da sempre, con a capo legambiente (la stessa di Maccalube) sono contrari alla realizzazione di questi bracci (come avviene nei posti più rinomati di tutta Italia) perchè la loro realizzazione andrebbe a modificare il naturale movimento del mare, quasi a smuovere “masse oceaniche” di bruttissima fattura che creerebbero scompensi di varia natura. Ma non ci scassassero la minchia.

Ovvio che sarebbe tutto da vedere se queste tesi sia valida o meno, sta di fatto che, lo ribadiamo, nonostante in tutti gli altri posti italiani di notevole spicco vengono realizzati, ed anche li ci sono gli ambientalisti, da noi, chissà perchè, tale circostanza diventerebbe una tragedia.

Non nascondiamo che tra evitare il movimento di “masse oceaniche” e salvaguardare potenziali vite umane, ponti, strade e case, preferiamo senza dubbio la seconda.

Il grido di allarme partito da queste pagine deve essere esteso a tutti, a cominciare da coloro i quali sono preposti a porre rimedio a tragedie che si nascondono pericolosamente dietro l’angolo.

Se vogliamo aspettare le stragi o la chiusura definitiva di importanti reti stradali, che si ponga rimedio a cominciare sin da ora.

Non saranno i processi nei tribunali a restituire vite umane perite in posti dove tutti sappiamo che incombe questo pericolo. E poi facciamo la conta di chi sono i responsabili.

N.B. Guardate bene la foto di sopra e….aspettiamo non sappiamo cosa.

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